L’altea (nome botanico: Althaea officinalis) è una varietà della malva e fu chiamata così in quanto si sviluppa verso l’alto; anticamente era denominata anche evisco poiché la sua radice, una volta tritata, rilascia una sorta di vischio. Numerosi sono i nomi volgari con cui questa pianta è comunemente conosciuta: malva dei campi, malvone, bismalva e malvaccione.
Durante il Medioevo essa veniva frequentemente utilizzata nei laboratori erboristici dei monasteri per le sue molteplici e notevoli applicazioni officinali. Il suo fiore veniva cotto in idromele per ottenere una pozione in grado di pulire e disinfettare le ferite purulente; la radice, precedentemente lessata e tritata, con l’aggiunta di grasso di maiale, veniva applicata, attraverso frequenti massaggi, in caso di gonfiori, per distendere i nervi e per far suppurare ed assorbire gli ascessi induriti.
Con la radice veniva inoltre preparato il decotto che, bevuto con vino rosso, poteva curare la dissenteria, grazie al suo potere astringente; esso aveva anche la straordinaria capacità di espellere i calcoli e di giovare a qualsiasi affezione della vescica.
Con i suoi semi, macinati in olio d’oliva ed aggiunti al vino, si otteneva poi un unguento per eliminare le macchie della pelle, mentre il cataplasma delle sue foglie, bollite in olio, era ritenuto allora un medicamento infallibile contro ogni tipo di morso velenoso e di scottatura.
Da un punto di vista esteriore, l’altea è una pianta che supera il metro d’altezza, presentando un fusto cilindrico e robusto di colore verde; le sue foglie hanno una consistenza morbida ed una forma ovale appuntita, sono picciolate ed irregolarmente dentate.
I fiori, che compaiono nella stagione estiva, sono formati da cinque petali di color bianco e rosa, talvolta con sfumature porpora, mentre la radice giallastra è lunga e carnosa.
Cresce spontanea in Italia settentrionale e centrale, in ambienti umidi e paludosi, ma può venir agevolmente coltivata, anche come superba pianta ornamentale.
Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia botanica delle malvacee ed è tuttora molto apprezzata in ambito fitoterapico, per le sue preziose virtù emollienti, nutritive, diuretiche e cicatrizzanti; è ricca di mucillagini, di vitamina A e di sali minerali ed è per questo considerata un’erba dal potere ricostituente, tanto che in passato era conosciuta con il nome popolare di “guarigione”.
Viene somministrata mediante infuso, decotto e macerato, per combattere bronchiti, faringiti e stati infiammatori; il suo decotto altresì può venir impiegato per fare gargarismi, risciacqui e compresse.
Il succo e la polvere della sua radice, assieme ai fiori, sono attualmente adoperati in campo cosmetico per la preparazione di creme idratanti.