La portulaca (nome botanico: Portulaca oleracea), nota anche con il nome di porcellana o procaccia, cresce spontanea in India, dove si mangia da migliaia di anni: attualmente si è ben acclimatata e cresce selvatica nell’America settentrionale e meridionale. In passato, poiché molto ricca di vitamina C, veniva spesso impiegata come rimedio in caso di scorbuto.
In Oriente solitamente la portulaca si mangia cotta, ma costituisce anche un ottimo ortaggio per preparare delle deliziose insalate e, in questo modo, viene per lo più consumata in Francia. I rametti più carnosi, tagliati a pezzettini, si possono conservare sottaceto ed usare come i capperi.
Appartenente alla famiglia botanica delle portulacacee, è una pianta annuale a portamento strisciante, dai rami di color rossastro che si estendono sul suolo circostante e con foglie spesse e polpose, disposte a spirale; i minuscoli fiori gialli compaiono a partire dall’estate fino all’inizio dell’autunno: essi si aprono di giorno e si chiudono al tramonto. Vista la facilità con cui produce semente, diviene spesso infestante.
Anche se è più comune il suo impiego come erba selvatica commestibile, si tratta di una pianta molto utilizzata in campo erboristico per i suoi preziosi componenti attivi, tra i quali troviamo mucillagine, saponina, sali organici e vitamina B e C. Se ne utilizzano generalmente i rametti più freschi, le foglie e le sommità fiorite, che hanno proprietà rinfrescanti, diuretiche ed emollienti; in quanto aumento il grado di coagulabilità del sangue, è raccomandabile nei casi di emorragia, emottisi ed emofilia.
Consumata come alimento o attraverso succo, decotto e infuso ha un efficace effetto diuretico e disintossicante, oltre ad agire come blando lassativo; è quindi utile contro i calcoli renali e l’idropisia dovuta a insufficienza renale e, inoltre, contribuisce a decongestionare la milza.
Contro i vermi intestinali, si può preparare un infuso di foglie e cime fiorite (circa 25 grammi per mezzo litro d’acqua bollente), da consumare caldo 3 volte al giorno; sembra che sia un rimedio eccellente anche contro il verme solitario.
L’infuso di foglie secche (10 grammi per ogni scodella d’acqua) è invece ottimo per alleviare la bronchite, se sorbito 3 volte al giorno. Il macerato di sommità fiorite (nella quantità di 10 grammi, lasciate macerare per diverse ore in mezzo litro d’acqua) aiuta a combattere la febbre: se ne prendano non più di 3 tazzine al giorno. Oltre a ciò, la portulaca è molto indicata in caso di gengive infiammate, per cui sono utili i risciacqui con il suo infuso o la masticazione delle sue foglioline fresche.
Come medicamento per uso esterno la portulaca si può utilizzare attraverso compresse e lavaggi per la pelle arrossata e l’orticaria.