La lavanda (nome botanico: Lavandula officinalis), erba dal piacevole aroma è originaria delle regioni costiere del Mediterraneo ed è stata usata spesso dai romani per preparare un bagno profumato e rinfrescante.
Il suo nome di fatto deriva dal latino lavare. Durante il regno di Elisabetta, la lavanda veniva custodita gelosamente e coltivata come una piccola siepe: quando i Padri Pellegrini navigarono verso l’America del Nord, la portarono con loro per profumare i vestiti. Le spighe florali mantengono infatti a lungo il loro intenso profumo e possono essere conservate in sacchetti e vasetti per profumare ambienti e armadi.
Attualmente la si può trovare anche in Francia, nell’Europa centrale e nelle campagne inglesi di Norfolk e Surrey, dove viene coltivata per l’industria del profumo (è molto utilizzata per la profumazione di saponi e di altri prodotti cosmetici).
Nel passato le foglie venivano utilizzate in cucina, ma oggi viene impiegata perlopiù per il suo potere calmante.
Appartenente alla famiglia delle labiate, è una pianta di piccole dimensioni (raggiunge i 60-100 cm), con rami laterali leggermente prostrati e foglie lineare-lanceolate di colore verde grigiastro e fiori, alquanto profumati, di colore violetto, raggruppati in spighe, che fioriscono d’estate. Vi sono diverse varietà di questa pianta perenne, alcune alte, altre nane, con fiori che vanno dal marrone al porpora e al bianco; oltre alla Lavandula officinalis, vi è la Lavandula dentata o “lavanda francese”, che cresce a cespuglio ed ha fiori color malva pallido.
Pianta rustica e resistente, allo stato spontaneo cresce diffusamente sulle colline aride e sassose dell’Italia meridionale. La lavanda, come la salvia e l’olivo, appartiene infatti al gruppo delle piante “xerofile”, ossia quelle piante che si adattano a vivere in condizioni di siccità, in quanto le foglie trattengono l’umidità.
Viene coltivata in larghe distese per la produzione della sua essenza, ma anche in orti e giardini come elegante pianta ornamentale.
Si tratta di un’erba rinomata con molteplici utilizzi in ambito terapeutico: essa contiene un olio essenziale particolarmente attivo ed è pettorale, antidepressiva ed antisettica delle vie urogenitali. Se ne utilizzano le sommità fiorite, fatte essiccare in luogo ombroso e possibilmente ventilato. Contro le affezioni delle vie respiratorie, le cistiti, l’emotività eccessiva e l’emicrania si consigliano l’infuso e la tintura.
L’infuso di lavanda, aggiunta all’acqua del bagno, è davvero efficace per calmare il nervosismo. Anche se può sembrare strano, la lavanda può anche essere usata in cucina, in dosi molto moderate, per dare ai piatti un aroma originale ed inconsueto.
Lo zucchero a cui è stata aggiunta acquista un sapore particolare e molto gradevole; è possibile, inoltre, realizzare molto facilmente l’aceto di vino alla lavanda, ponendo circa una dozzina di spighe in una bottiglia contenente 1 litro d’aceto di vino e lasciando riposare per almeno 2 settimane.