Appartenente alla famiglia delle borraginacee, la consolida (nome botanico: Symphytum officinalis), comunemente chiamata “erba dei tagli” o “salda-ossa”, è usata da più di duemila anni per le sue indiscusse proprietà terapeutiche.
Il suo nome deriva dal latino confirmare, unire, e nel passato era considerata indispensabile per guarire le ferite e le fratture. Nel Medioevo veniva coltivata diffusamente nei giardini dei monasteri, quando la cura dei malati e dei feriti era uno dei compiti dei monaci; narrano alcune leggende che la consolida, aggiunta nell’acqua del bagno, aveva la curiosa ed eccezionale proprietà di restituire la verginità perduta.
La consolida è una pianta erbacea perenne, con rizoma mucillaginoso, fusto robusto, eretto e quadrangolare, foglie di forma lanceolata, ricoperte da una peluria ispida; i fiori, bianco-giallastri, rosati o violacei, sono riuniti in grappoli e compaiono in maggio-giugno.
Essa si trova frequentemente lungo i canali, i fossati e nei luoghi umidi, riparati e incolti, dalla pianura alla montagna. Questa erba, oltre a contenere importanti e preziosi componenti attivi (tra cui tannino, mucillagine, olio essenziale, fecola, colina e pirogallolo) contiene una sostanza curativa, l’allantonio, che aiuta il corpo a rinnovare le cellule dopo una lesione o un’operazione, ed aiuta inoltre a proteggersi da malattie di minore importanza.
I suoi utilizzi in fitoterapia sono davvero svariati: si può preparare sotto forma di infuso, macerato e sciroppo per contrastare la tosse, la diarrea e le ulcere; contro le affezioni polmonari invece ottimo è il vino di consolida.
La radice tritata, da sola o mescolata con olio d’oliva, viene impiegata per la realizzazione di cataplasmi, mentre il suo macerato viene adoperato per impacchi, in caso di scottature e distorsioni, piaghe ed emorragie (in questi casi si possono fare cataplasmi anche con le foglie fresche tritate, o con un decotto di radice, utilizzandone circa 25 grammi per litro d’acqua).
L’infuso di radice può essere utilizzato per detergere la pelle del viso, risolvendo eventuali piccoli inestetismi di pelli impure; l’infuso di foglie e rizomi (nella quantità di circa 30 grammi) riguarda invece i casi in cui si deve combattere il catarro (si consiglia a tal proposito di dolcificarlo con miele).
In cucina le foglie vengono usate al pari della borragine per insaporire le minestre e le frittate, mentre i fiori danno un tocco originale, estetico ed aromatico al contempo, alle insalate primaverili. In alcune regioni vengono usati anche i giovani germogli, al pari degli asparagi.
Vi sono tuttavia alcune importanti avvertenze da tenere in considerazione: data l’alta presenza di tannini, occorre evitare la sua cottura in recipienti di ferro; riguardo alla raccolta delle radici (che deve avvenire in primavera o autunno), si consiglia di procedere solo in presenza di numerosi esemplari o in caso di piante coltivate.