Originario del Perù, il nasturzio (nome botanico: Tropaeolum majus) è un comune fiore da giardino coltivato in tutto il mondo per i suoi fiori arancioni o gialli a campanula, che prospera quasi ovunque, purché si trovi in posizione soleggiata. Possiede molteplici proprietà medicinali e per questo nel corso della storia fu coltivato diffusamente: presenta un alto contenuto di vitamina C e in passato le sue foglie venivano utilizzate per curare lo scorbuto; inoltre è ricco di zolfo e fosforo, componenti che lo rendono utile anche nella preparazione del concime.
Nel Medioevo, in ambiente monastico, era frequentemente impiegato nella produzione di pozioni erboristiche: il suo succo veniva spalmato sui capelli per renderli fluenti e, per lenire il mal di denti, veniva instillato nell’orecchio dalla medesima parte del dente sofferente. Inoltre, ne venivano utilizzati con successo i semi, che erano bevuti assieme al vino per scacciare i parassiti intestinali e per contrastare il veleno dei serpenti.
Il nasturzio era considerata allora una pianta in grado di far fuggire i serpenti e, a tal proposito, veniva posta sulle braci del caminetto per lasciar liberare il suo aroma disinfestante.
Contro i dolori al petto, i monaci erboristi medievali cuocevano quest’erba (assieme ai semi) nel latte fresco di capre, ottenendo un decotto da sorbire tiepido; si riteneva che il seme, inoltre, pestato e bevuto con acqua tiepida, purgasse infallibilmente l’intestino e, mangiato invece con miele, reprimesse anche la tosse più insistente.
Appartenente alla famiglia botanica delle crucifere, il nasturzio è una pianta annuale, che cresce e si propaga con molta facilità; i suoi fiori sono a forma di tromba e si sviluppano attorno alle foglie di color verde chiaro.
La fioritura può durare fino ad ottobre inoltrato. Benché sia noto con il nome di nasturzio, non è imparentato con il crescione d’acqua (Nasturtium officinale), anche se le foglie sono dotate di un aroma che ricorda quello del crescione Conosciuto come “fiore dell’amore” , il nasturzio è dotato di indiscutibili proprietà afrodisiache e tonificanti.
Oggigiorno viene utilizzato da coloro che soffrono di catarro e di infezioni pettorali, i quali lo possono assumere sotto forma di infuso, utilizzando circa 7 grammi di foglie fresche, finemente tritate, in 300 ml d’acqua. Come medicamento per uso esterno è possibile preparare un cataplasma con semi schiacciati in acqua calda, da applicare per far giungere a maturazione un doloroso orzaiolo.
Le foglie ed i fiori hanno lo stesso aroma pungente tipico del pepe e vengono quindi sovente utilizzati in cucina per sostituirlo. Si possono aggiungere ai piatti di uova e formaggio o alle insalate per dargli un tocco piccante ed originale.
Con quest’erba si può anche preparare un ottimo aceto, mettendo i fiori in una bottiglia e coprendo con aceto, eventualmente aromatizzato con aglio, pepe rosso e sale.