Il meliloto (nome botanico: Melilotus officinalis) chiamata anche “erba vetturina”, appartiene alla famiglia botanica delle papilionacee e cresce spontaneamente in America del nord e in Europa, dove venne introdotta per l’efficacia dei suoi impiastri terapeutici.
Il meliloto è un’erbacea annuale comune, alta, con fiori gialli riuniti a pannocchie, che compaiono dalla primavera all’estate; le foglie sono alterne, picciolate e irregolarmente dentate.
Il frutto è un legume di colore scuro contenente semi ovoidali. Dopo essere stato essiccato, preferibilmente in un luogo ombroso, il meliloto sviluppa un acceso odore di fieno appena falciato e, molto tempo fa, era utilizzato per la preparazione di dissetanti birre aromatiche.
Si può trovare frequentemente in pianura e in collina, nei prati incolti e lungo i margini dei fossati: spesso ha un carattere infestante; è considerata un pianta da foraggio e la raccolta non provoca danni alla specie, anche se bisogna sempre lasciar integri alcuni grappoli fiorali per la sua propagazione naturale.
Nonostante la sua diffusione, il meliloto possiede molteplici virtù curative ed è antiflogistica, calmante, diuretica, antispasmodica ed espettorante. Presenta infatti importanti componenti attivi, tra i quali cumarina, tannino, olio essenziale, vitamina C, resine, amido, mucillagine ed acido melilotico.
Nell’ambito della medicina naturale viene adoperato sotto forma di infuso, per combattere l’insonnia, l’irritabilità, le nevralgie, il mal di denti ed il mal di testa. In particolare, contro l’insonnia si devono aggiungere circa 15 grammi di sommità fiorite ad una tazza d’acqua bollente; dopo aver dolcificato a piacere con del miele, se ne deve assumere una dose prima di coricarsi.
Per uso esterno invece può venir utilizzato attraverso compresse, lavaggi, gargarismi e sciacqui con l’infuso, per lenire le palpebre infiammate e le infiammazioni di pelle, naso, bocca e gola. Per contrastare gli ascessi, è possibile fare un cataplasma cuocendo 5 grammi di capolini fioriti in un po’ di latte; dopo aver filtrato, con il liquido ottenuto si prepari il cataplasma da applicare nella zona infetta.
Contro la congiuntivite invece si possono preparare delle compresse, aggiungendo circa 40 grammi di cime fiorite a mezzo litro d’acqua bollente: con il liquido si inzuppino quindi 2 tamponi di ovatta, i quali, dopo essere stati spremuti, si devono applicare sugli occhi, rinnovando l’operazione ogni 10 minuti.
Esistono in natura anche altre varietà di meliloto, il Melilotus alba, ricco di nettare e notevolmente ricercato dalle api, e il Melilotus coeruleus, il quale presenta fiori di color blu; quest’ultimo viene coltivato attualmente nei pressi del lago di Zurigo, ma ne è vietata la vendita al pubblico: è stato portato in Europa dall’Asia Minore nel XIV secolo e da allora è sempre stato utilizzato in ambito gastronomico, per aromatizzare il formaggio locale.